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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Dopo quanto il bite fa effetto?

Il bite dopo quanto tempo fa effetto? Questa è una domanda che molti pazienti si pongono, sia prima dell'inserimento dell'apparecchio sia nelle fasi immediatamente successive. In realtà, per vedere i primi effetti del bite potrebbe essere necessario attendere qualche settimana o alcuni mesi. Molto dipende anche dal motivo, o meglio, dalla patologia/condizione che ha indotto lo gnatologo a suggerire il bite per la risoluzione di problematiche di carattere gnatologico.


bite dopo quanto fa effetto


Cos'è il bite e come agisce?


Il bite è un dispositivo orale realizzato su misura, utilizzato principalmente (ma non solo) per trattare il bruxismo, ovvero il digrignamento e il serramento involontario dei denti. Agisce come una barriera tra le arcate dentarie, riducendo l'usura dei denti e alleviando la tensione nei muscoli mandibolari. Questo dispositivo non solo protegge i denti dallo sfregamento, ma aiuta anche a rilassare la muscolatura e a prevenire danni all'articolazione temporo-mandibolare (ATM). L'uso regolare del bite può portare a una diminuzione del dolore, del mal di testa e dei disturbi del sonno associati al bruxismo, migliorando complessivamente la qualità della vita del paziente.


Quali sono i fattori da considerare?


La velocità con cui un bite mostra i suoi effetti può variare notevolmente da un soggetto all'altro. In caso di bruxismo o digrignamento notturno i primi risultati tangibili potrebbero emergere anche nei giorni immediatamente successivi all'introduzione nella bocca dell'apparecchio. Problemi più complessi o disturbi a carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) potrebbero richiedere più tempo prima che comincino a manifestarsi i primi miglioramenti significativi.


Chiaramente, la collaborazione del paziente è fondamentale. Indossare il bite regolarmente, sia di notte che, se consigliato, durante il giorno, permette, ad esempio, di alleviare i sintomi del bruxismo e di proteggere i denti dall'usura. Solitamente, gli gnatologi consigliano di mettere il bite ogni volta che ci si appresta ad addormentarsi, dunque anche nelle ore diurne se, ad esempio, capita di concedersi un riposo, seppur di breve durata. Chiaramente, è fondamentale che il bite venga indossato sempre dopo lo spazzolamento.


L'adattamento individuale è altrettanto importante. Ogni persona si adatta in modo diverso al bite, di conseguenza la percezione dei miglioramenti potrebbe essere non identica per tutti. Se da un lato c'è chi nota benefici dopo pochi giorni, per altri potrebbero essere necessario attendere diverse settimane. Nelle fasi iniziali di utilizzo del bite, è del tutto normale sperimentare un aumento della salivazione. Questo fenomeno può essere causato dalla presenza di un corpo estraneo in bocca che stimola le ghiandole salivari. Si tratta, però, di un sintomo temporaneo che tende a diminuire con il tempo, una volta che il paziente si abitua al dispositivo.


Assumono un peso specifico rilevante anche le caratteristiche di costruzione del bite. Un dispositivo su misura, realizzato specificamente per il paziente con materiali di buona qualità, tende a essere più confortevole ed efficace rispetto a uno preconfezionato o non personalizzato, soprattutto nel trattamento del bruxismo. I bite che si trovano in tutte le farmacie potrebbero avere efficacia quando l'utilizzo è limitato a specifiche e sporadiche occasioni. Ci riferiamo, in particolare, coloro che praticano sport nei quali c'è il rischio di subire colpi dolorosi a livello della bocca e, dunque, di causare fratture o danni a uno o più denti.


Infine, l'efficacia del bite può essere potenziata da trattamenti complementari, come la fisioterapia o esercizi specifici per l'ATM, che potrebbero accelerare il processo di guarigione. Resta valida l'indicazione generale di mettere in atto quotidianamente pratiche di corretta igiene orale. A tal proposito, è importante non soltanto spazzolare i denti più volte al giorno (due o tre) ma dedicare tempo anche alla pulizia del bite. Esistono appositi prodotti in commercio che è possibile utilizzare per la pulizia degli apparecchi ortodontici, in genere venduti in comode pastiglie. In alternativa, molti gnatologi suggeriscono l'impiego di uno spazzolino a setole morbide da passare sulla superficie del bite insieme al dentifricio oppure a piccole dosi di detersivo per piatti.


Una corretta pulizia del bite può condizionare le tempistiche di guarigione, nella misura in cui un dispositivo scarsamente igienico viene mal tollerato poiché genera cattivi odori. Inoltre, una corretta pulizia potrebbe contribuire a prolungare la durata del bite stesso, prima che sia necessario ricorrere alla sua sostituzione. Poiché i bite per combattere il bruxismo vengono adoperati soprattutto nelle ore notturne, ne consegue che per gran parte della giornata il dispositivo non sarà nella bocca del paziente. In genere, gli gnatologi forniscono un'apposita custodia protettiva che permette di riporre comodamente il bite nelle ore giornaliere di inutilizzo. In ogni caso, è importante che il bite venga lasciato in luoghi sufficientemente freschi e asciutti, lontano dalle alte temperature.


Il bite sta facendo effetto? Ecco come scoprirlo


Sono diversi i segnali che possono indicare se il bite sta funzionando oppure no. Tra questi, la riduzione del dolore mandibolare e dei mal di testa rientra tra i primi benefici riscontrati. Molti pazienti notano anche un miglioramento della qualità del sonno, poiché il bite aiuta a ridurre il digrignamento notturno dei denti, diminuendo la tensione muscolare.


Monitorare questi progressi è fondamentale. In genere, i primi miglioramenti significativi possono essere osservati entro poche settimane, ma la tempistica varia a seconda della gravità dei sintomi iniziali e della costanza nell'uso del dispositivo. Potrebbe essere una buona idea preparare una sorta diario dei sintomi, utile per documentare i cambiamenti che si verificano nel tempo. Potresti utilizzare le informazioni raccolte per parlarne con il dentista, così da valutare l'efficacia del trattamento e, se necessario, suggerire modifiche o i dovuti correttivi.


Cosa fare se non si notano miglioramenti?


Innanzitutto, è importante chiedere allo gnatologo, già nel momento in cui viene inserito il bite, quanto tempo bisognerà attendere prima di cominciare a notare i primi miglioramenti. Per tenere sotto controllo la situazione, potrebbe essere fruttuoso concordare con lo specialista delle visite gnatologiche periodiche, così da poter monitorare l'efficacia del trattamento ma anche il corretto funzionamento del dispositivo. 


In ogni caso, sconsigliamo di assumere iniziative o decisioni senza il consulto o il parere dello gnatologo. Dalle visite di controllo potrebbe, ad esempio, emergere la necessità di verificare la corretta aderenza del dispositivo o considerare un diverso tipo di bite. Inoltre, il dentista potrebbe suggerire terapie complementari.

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